Sandra Veronica Bertolazzi ha un sorriso così dolce e avvolgente da far dimenticare per qualche secondo tutto ciò che sta intorno, come una specie di magia. Non è un incantesimo ma il risultato di un lavoro interiore di incredibile forza, un'attività di restauro dell'anima.
Nata in un piccolo paese dell'amazzonia colombiana nel 1985, a circa tre anni viene abbandonata dai propri genitori biologici. Vive alcuni anni in condizioni precarie, tra povertà ed episodi che non dovrebbero esistere per nessuna persona.
Dagli otto anni viene adottata da due genitori bergamaschi straordinari che la terranno per mano sino ai giorni nostri, anche nei momenti più bui, portandola a diventare la donna incredibilmente tenace che è oggi.
Se è vero che siamo progettati per andare avanti e proiettarci nel futuro è altrettanto vero che alcuni fardelli del passato necessitano di essere recuperati, guardati, lasciarti andare via. Come una collana di perle il cui filo si era rotto, Sandra dopo la seconda gravidanza sente il bisogno di rintracciare le proprie origini e ricomincia con pazienza e cura a ricomporre un senso cronologico e logico dei propri ricordi.
"La porta verde" è il luogo dove la madre la abbandonò ed il nome del libro nato dalle sue mani e dal co-autore Mattia Roncelli, un Crashpink al profumo di libertà perché ha portato Sandra ad abbandonare attraverso la scrittura per sempre demoni ed ombre.
Cosa ci insegna questa storia?
Sandra ci insegna che nella vita tutti affrontiamo dei traumi e che l'atto di amore verso noi stessi più grande che possiamo compiere è ripercorrerli per poi andare oltre, definitivamente.
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