Il taràssaco comune è una pianta a fiore. L'epiteto specifico officinale, ne indica le virtù medicamentose, note fin dall'antichità.
Ascoltando il racconto di questa mia cara amica di gioventù, Francesca Guizzetti, grande amante delle piante e che ad oggi ne custodisce oltre duecento, mi sorge spontanea la sovrapposizione della sua storia con l'immagine del frutto del tarassaco. Il frutto del tarassaco è composto da semi di circa due millimetri che volano spinti dal vento, appesi ad un piccolo ombrellino che funge da paracadute. Nella storia di Francesca, il volo è stato un susseguirsi di paesaggi sino all'età adulta.
Ha sfiorato luoghi diversi per tutta Italia, senza mai poter riposare, senza mai potersi sentire davvero a casa. Un giorno, la notizia della perdita del tanto amato e poi ripudiato padre, portò così tanta pioggia nel cuore di Francesca che il piccolo ombrellino del seme di tarassaco si appesantì sul terreno.
Non poteva più volare, doveva scegliere se reagire o abbandonarsi.
In quel momento, che sentì come un bivio determinante, affascinata dalla meraviglia intrinseca nella natura e negli alberi intorno a lei, scoprì di essersi adagiata su un terreno fertile e con l'amore per se stessa incominciò un percorso per andare a prendere tutto il bello che la vita aveva in serbo per lei e che forse per troppi anni si era negata.
Ora io vedo una Francesca luminosa, della quale sono tanto fiera. Dei tempi delle superiori è rimasta solo la sua spiccata intelligenza, sin da allora sopra la media rispetto tutta la classe (non me ne vogliano i compagni!), accompagnata da un senso di consapevolezza e maturità.
Si nasce tarassaco, con la capacità di guarirci da dentro, solo che a volte non lo sappiamo.
Cosa ci insegna questa storia?
Questa storia ci insegna che, qualunque sia il nostro punto di partenza, se desideriamo migliorare la qualità della nostra vita dobbiamo assumercene in prima persona la responsabilità.
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